Le App e la Privacy

Le Autorità privacy europee riunite nel "Gruppo Articolo 29" ribadiscono il consenso libero e informato degli utenti finali delle applicazioni per smartphone e tablet oltre all'adozione di misure di sicurezza idonee a tutelare la privacy degli utenti.

Sviluppatori, distributori e produttori di sistemi operativi e apparecchi di telefonia mobile sono tenuti ad adottare quanto previsto dalla normativa privacy in termini di sicurezza e consenso soprattutto se l'utente finale è un minore.

"Chi possiede uno smartphone ha normalmente attive in media circa 40 applicazioni. Queste applicazioni sono in grado di raccogliere grandi quantità di dati personali: ad esempio, accedendo alle raccolte di foto oppure utilizzando dati di localizzazione. Spesso tutto ciò avviene senza che l'utente dia un consenso libero ed informato, quindi in violazione della legislazione europea sulla protezione dei dati" - afferma il Presidente dell'Autorità italiana per la privacy, Antonello Soro. "La nostra Autorità - continua Soro - ha dato un contributo significativo all'elaborazione del parere. Le app sono sempre più diffuse e il loro uso, senza un'adeguata definizione di garanzie e misure a tutela dei dati personali, può comportare rischi per gli utenti che le scaricano. Per questo è fondamentale muoversi in tempo"

Smartphone e tablet contengono dati personali come indirizzi di posta elettronica, residenza, localizzazione geografica, informazioni bancarie, rubriche di contatti, password, foto e video. Ogni utente essendo interessato ha il diritto di opporsi totalmente o parzialmente al trattamento.

Inoltre se le app sono riferite ai minori occorre il consenso dei genitori.